Dal link: http://www.cattolicanews.it/6653.html
In prima linea contro le mafie
Siglata la convenzione con l’Università di Palermo per varare il primo Corso di alta formazione per amministratori giudiziari di aziende e beni sequestrati e confiscati . Alla firma presente il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso
Corsi e Master, Milano
Pubblicato: 21 maggio 2012
di Francesco Colamartino
Pubblicato: 21 maggio 2012
di Francesco Colamartino
«La mafia teme la scuola più della giustizia». Le parole di
Antonino Caponnetto, riprese da molti dopo il drammatico attentato
all’istituto Morvillo Falcone di Brindisi, inquadrano molto bene anche
la convenzione che l’Università Cattolica e l’Università degli studi di
Palermo hanno siglato sabato 19 maggio per l’attivazione del primo corso di Alta Formazione per amministratori giudiziari di aziende e beni sequestrati e confiscati al crimine organizzato nel nord Italia, che si terrà dal prossimo novembre fino a febbraio 2013 nella sede di largo Gemelli.
Una mattina di grande passione civile per il progresso nella
lotta alla mafia rappresentato dalla firma della Convenzione, ma anche
di tristezza e sconforto per l’attentato di Brindisi che ha sconvolto
l’Italia poche ore prima. Il prorettore vicario Franco Anelli
ha introdotto l’incontro soffermandosi sull’alto valore simbolico della
sfida che i due atenei hanno lanciato alle mafie, proprio nel giorno in
cui si è consumato un atto che ha colpito la scuola dedicata alla
moglie di Giovanni Falcone nel giorno in cui la città pugliese attendeva
l’arrivo della Carovana Antimafia di Libera. «Con questo master la
lotta alla mafia riparte dai giovani, ed è per questo un gesto molto
significativo - ha detto Livia Pomodoro - soprattutto
quando la mafia cerca di soffocare sul nascere i suoi futuri avversari,
che sono proprio i giovani». «Colpire una scuola come è successo questa
mattina a Brindisi - ha aggiunto - è la sua tipica simbologia di morte».
Il direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e
la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità
organizzata Giuseppe Caruso è convinto che «con
l’aggressione ai beni patrimoniali si chiude il cerchio della lotta alla
mafia». «Spogliare i mafiosi dei loro beni - ha detto - significa
infatti renderli meno credibili. È un po’ come dire: il re è nudo». E
“denudare il re” è proprio la missione degli amministratori che si
formeranno nel nuovo corso. Dovranno essere in grado di rimettere in
sesto e rendere più redditizi i beni confiscati alla mafia per poi
restituirli alla collettività. La scelta di Milano come sede non è
casuale, poiché il capoluogo lombardo «è un ottimo osservatorio per
capire le ramificazioni della mafia al nord» ha detto il Presidente
della Corte d’Appello Giovanni Canzio, ricordando che «la Lombardia è la quinta regione per beni confiscati alla mafia dopo Sicilia, Campania, Calabria e Puglia».
Il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso,
con la voce rotta dal dolore per i fatti di Brindisi, che l’hanno
costretto a lasciare l’incontro subito dopo la firma della convenzione,
ha ricordato che «i beni confiscati alla mafia sono in condizioni tali
che spesso c’è bisogno di altri beni e di altri soldi per poterli
gestire» e che «l’azienda mafiosa vive in un mercato drogato, senza
concorrenza, senza sindacati e con il denaro a costo zero». «È quindi
difficile - ha aggiunto - che dopo la confisca riesca a reggere in un
mercato sano», per poi concludere che questo è proprio il grande
traguardo che il nuovo corso si prefigge di raggiungere».
Al termine del suo intervento la firma della convenzione tra
le due università e di altri due protocolli di collaborazione, l’uno
dalla Procura nazionale antimafia, nella persona del procuratore
nazionale Piero Grasso, l’altro dal Tribunale di Milano, nella persona
del presidente Livia Pomodoro. Pietre miliari nella lotta alla mafia,
poche ore dopo è elogiate anche dal vicesindaco di Milano, Maria Grazia Guida, nel presidio di solidarietà per le vittime dell’attentato di Brindisi tenutosi in Piazza della Scala.
Francesco Colamartino
Nessun commento:
Posta un commento