giovedì 20 giugno 2013

Restava chino il piccolo fiore, imperlato di un cristallino pianto di nuvola.
Dondolava lento il viso, affranto e gocciolante di pioggia, abbandonandosi al lieve alito del vento: sottile come una tela di ragno, fragile come un sogno all'alba.
Dopo il lungo temporale, puri gioielli pendevano dalle foglie e dai rami, accarezzando in liquide gocce gli steli nell'erba; un intenso profumo silvestre saliva dal soffice terreno brunito: nell'attimo di quiete dopo il fragore dei tuoni, pochi raggi dorati illuminavano di chiara luce i contorni di un silente mondo segreto, destandolo da un grigio torpore.
Ma il piccolo cuore restava nell'ombra, curvo su una pozza colma d’acqua e di lucida tristezza, assetato di vita e incapace di viverla. Privo di forza e impedito a mostrarne.
Sentì che il suo stelo ormai stanco si sarebbe presto spezzato e si abbandonò alla pesantezza di quelle gocce che impregnavano zuppe il suo viso.  Eppure, un fulmineo riverbero nella pozza scosse i pensieri su quel cupo destino.
<Quanto tempo impiegherai, ancora?> sussurrò leggiadra una candida farfalla <Quanti istanti passeranno prima che tu ti rifletta realmente, in questo specchio di lacrime?>
E la gracile corolla sollevò con lentezza suoi petali, fissandola con tenero stupore.
<Solleva il capo, esile creatura. Attingi con fiducia alla forza insita universalmente nel cuore; abbi speranza, coraggio e pazienza davanti alle tempeste della vita. Non dubitare mai della grandezza della tua anima, non considerarti mai un’ombra nel mondo. Come puoi apprezzare la bellezza se non hai mai conosciuto nulla di sgraziato? Come puoi comprendere la gioia se non hai mai percepito cosa significa il dolore?> soffiò lieve in un battito d’ali, sorridendo alle carezze del vento.
<Non esiste speranza senza sofferenza, non esiste il valore senza la sconfitta> continuò, danzandogli attorno con gesti leggiadri.  Il fiore, confuso, cercò a lungo di seguirla con lo sguardo; poi, inaspettatamente, la creatura dalle ali bianche si posò sui suoi gialli stami e lo baciò: <Non ti accorgi della vera meraviglia che mostrano le pozze dopo i grandi temporali? Non comprendi l’incanto che comunicano all'anima? Esse sono lo specchio del cielo. Ed è questa la grande verità: dopo ogni tempesta, la volta celeste splende più fiera e più forte di prima, poiché è solo riflettendosi nel suo dolore che si rende conto dell’immensità del suo essere. E’ solo specchiandosi nelle sue lacrime che percepisce quanto puro e valoroso è il suo eterno cuore turchese>.

  Elisa Caimi (blog Il rovo di bosco)

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