Da "Popotus" del 26 marzo 2011
Lunedì è la Giornata della lentezza. Fermiamoci e rinviamo la fretta
Da quanto tempo ha preso a correre il tempo? L’infanzia è stata lunga quattro vite, l’adolescenza almeno tre, poi, dopo l’università, mi sono sposato, sono arrivati i bambini, le giornate si sono riempite, siamo diventati adulti. Gli amici sono spariti dietro alle loro attività, le loro famiglie, i loro impegni. Non abbiamo più tempo, bisogna correre, produrre, realizzarsi, diventare più ricchi. Se ci penso, da bambino ho perso un sacco di tempo a giocare, non fare nulla, correre, disegnare… Da adolescente non ne parliamo, pomeriggi apatici, serate intere a parlare con gli amici, filosofare, innamorarsi, dormire… Che ne ho ricavato? Eppure quel tempo procedeva più lento. Naturale, direte: è così che funziona. Di certo, ma forse anche perché il tempo dura di più quando lo si perde che quando lo si impiega. È fuor di dubbio che le giornate di corsa, dense e piene d’affari svaniscono fra le mani. Cosa rimane alla fine? A pensarci bene l’unico tempo che abbiamo è quello che perdiamo: quello del gioco, dell’inutile, del racconto, della relazione, delle passeggiate senza meta, dell’arte, dell’amore. In una parola: della lentezza. Vivo quando scrivo le mie storie senza fretta, creo assurdi animali di cartone, gioco con i miei figli e ci sono davvero. Vivo quando amo Francesca, leggo un libro, parlo con qualcuno incontrato in treno o mi fermo ad ascoltare la storia di un anziano. Vivo quando mi alzo tardi, vado per funghi già sapendo che non ne troverò, rimando un appuntamento, lascio perdere, invito a cena una persona che amo, trovo il tempo di telefonare a mia madre o di guardare il cielo. Muoio, invece, ogni volta che credo che la realtà sia quella che si vede, che sia importante fare tutto, essere ovunque, arrivare prima, lavorare di più, produrre di più. Muoio quando corro in automobile e inveisco nel traffico, quando mangio di fretta, quando telefono per ore e scarico la mail venti volte in trenta minuti. Muoio quando «oggi ho da fare mille cose», quando non ho tempo per i miei figli, per scrivere, per leggere, per amare… in una parola per vivere. Lunedi – Giornata dedicata alla lentezza – non so voi, ma io me la prendo comoda, gonfio la bici e pedalo piano piano, e se non ce la faccio scendo e spingo. Sì, lunedì vado, lentamente vado, non importa dove. Anzi, sì! lunedì vado a riprendermi il mio tempo, la mia vita, il tempo della mia vita.
- Fabrizio Silei -
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