giovedì 19 luglio 2012

Dovunque vorremo andare andremo, una nave è questo in realtà. Non è solo una chiglia, con uno scafo e un pontile, sì, la nave è fatta così, ma ciò che una nave è...ciò che la Perla Nera è in realtà...è libertà.

Jack Sparrow dal film "La maledizione della prima luna"

giovedì 12 luglio 2012

Roger VII, re di Wimbledon

Dalla Gazzetta dello Sport al link:  http://www.gazzetta.it/Tennis/09-07-2012/roger-vii-re-wimbledon-sette-volte-federer-911784151595.shtml

Roger VII, re di Wimbledon
"Ma non mi sento il più grande"

Milano, 09 luglio 2012

Dalla prima volta nel 2003, contro Philippoussis, all'ultima vittoria contro Murray, ecco i successi dello svizzero sull'erba più prestigiosa del mondo. Lui intato racconta: "E' impossibile paragonare epoche differenti, i campioni del passato hanno aperto la via"

Quello di re Roger è un regno di maestria e classe, talento e racchetta. Sette volte signore di Wimbledon, come il suo idolo Pete Sampras. Federer si è preso uno dei posti più prestigiosi nell'olimpo del tennis con la vittoria su Andy Murray, che gli ha consegnato il 17° trionfo in uno Slam, il settimo sull'erba londinese. E allora eccole tutte le perle di re Roger, gemme di una corona che dal 2003 si è posata sulla testa dello svizzero.
"non sono il migliore" — Il re è anche umile. "Non mi sento migliore rispetto a tutti gli altri - racconta lo svizzero alla Bbc -. I campioni del passato hanno aperto la strada per noi. Hanno indicato la via che noi abbiamo seguito, ci hanno ispirato e ci hanno spinto a inseguire nuovi record. È impossibile, poi, paragonare epoche differenti. In passato, si pensava solo a giocare a tennis. Adesso la situazione è cambiata in maniera profonda, la stampa ci dice in continuazione dovresti vincere questo per essere considerato il più grande di tutti i tempi".
Guardate papà... le gemelline Charlene Riva e Myla Rose Federer estasiate in braccio a mamma Mirka e nonna Lynette. Reuters
Guardate papà... le gemelline Charlene Riva e Myla Rose Federer estasiate in braccio a mamma Mirka e nonna Lynette. Reuters
2003 — La prima volta non si scorda mai. Roger Federer, allora 22enne, batte 7-6 6-2 7-6 l'australiano Mark Philippoussis in un'ora e 59 minuti e iscrive per la prima volta il suo nome nell'albo d'oro del torneo londinese.

L'esultanza di Federer dopo la vittoria su Roddick nel 2004. Ap
L'esultanza di Federer dopo la vittoria su Roddick nel 2004. Ap
2004 — Il bis. Lo svizzero concede il bis sull'erba londinese. L'ultimo a cedere stavolta è lo statunitense Andy Roddick, che lo svizzero supera 4-6 7-5 7-6 6-4 in 2 ore e 31 minuti.

2005 — Non c'è due senza tre. Federer fa ancora centro, ancora contro lo statunitense Roddick. Ma questa volta la vittoria è una perla assoluta, quella che ha richiesto meno tempo allo svizzero. Re Roger vince 6-2 7-6 6-4 in un'ora e 41 minuti

2006 — Federer diventa dominatore assoluto, vincendo per la quarta volta consecutiva. E' la prima finale contro lo spagnolo Rafael Nadal, liquidato 6-0 7-6 6-7 6-3 in 2 ore e 58 minuti

Federer e Nadal dopo la finale 2007, la quinta vittoria di fila di re Roger. Ansa
Federer e Nadal dopo la finale 2007, la quinta vittoria di fila di re Roger. Ansa
2007 — Ancora Nadal, ma il risultato non cambia. Federer diventa signore di Wimbledon per la quinta volta consecutiva, il primo a riuscirci dopo Bjorn Borg (dal 1976 al 1980). Nadal stavolta trascina lo svizzero al quinto set ma deve arrendersi: 7-6 4-6 7-6 2-6 6-2 in 3 ore e 45 minuti

2009 — Dopo aver ceduto a Nadal nel 2008, Federer si riprende il trono di Wimbledon il 5 luglio 2009, vincendo per la sesta volta il torneo londinese. In finale ritrova Andy Roddick e lo batte 5-7 7-6 7-6 3-6 16-14 in 4 ore e 18 minuti
 
2012 — La settima volta, quella del record, è storia di ieri. Federer batte 4-6 7-5 6-3 6-4 in 3 ore e 24 minuti il britannico Andy Murray e vince Wimbledon per la settima volta, eguagliando il suo idolo Pete Sampras.

venerdì 6 luglio 2012


«Io non augurerei a un cane o a un serpente, alla più bassa e disgraziata creatura della Terra — non augurerei a nessuna di queste ciò che ho dovuto soffrire per cose di cui non sono colpevole. Ma la mia convinzione è che ho sofferto per cose di cui sono colpevole. Sto soffrendo perché sono un radicale, e davvero io sono un radicale; ho sofferto perché ero un Italiano, e davvero io sono un Italiano [...]»

Bartolomeo Vanzetti, 19 aprile 1927, Dedham, Massachusetts.