Scrivi, ti prego. Due righe sole, almeno, anche se l’animo è sconvolto e
i nervi non tengono più. Ma ogni giorno. A denti stretti, magari delle
cretinate senza senso, ma scrivi. Lo scrivere è una delle più patetiche e
ridicole nostre illusioni. Crediamo di fare cosa importante tracciando
delle contorte linee nere sopra la carta bianca. Comunque, questo è il
tuo mestiere, che non ti sei scelto tu ma ti è venuto dalla sorte, solo
questa è la porta da cui, se mai, potrai trovare scampo. Scrivi, scrivi.
Alla fine, fra tonnellate di carta da buttare via, una riga si potrà
salvare. (Forse.)
- Dino Buzzati -